venerdì 21 settembre 2007

Ma che lingua è?! Greco Salentino...che bello,ma non ci capisco niente, sentitela!

Ti en glicea tusi nifta ti en òria
C’evò è pplonno penseonta ‘ss esena, c’ettù-mpi ‘s ti ffenestra-ssu, agàpi-mu tis kardia-mmu su nifto ti ppena.
Lallarallarallallero…
Evò penta se sena penso, jati sen, fsixi-mmu, ‘gapò, ce pu pao, pu sirno, pu steo ‘s ti kkardia panta sena vastò.
Lallarallarallallero…
Kali nifta! Se finno ce peo, plaia ‘su ti ‘vo pirta prikò, ma pu-pao, pu sirno, pu steo ‘s ti kkardia panta sena vastò.
Lallarallarallallero…
(Grazie a spidy, salentina.doc per le correzioni)


pArIS...
Paris la nuit est ancore plus jolie Ca c’est la nuit qu’ il y a à Paris Le peuple, la foule Qui bouge come des fourmies Ca c’est le monde qui vit a Paris La musique se lève dans toute la ville Le vin et la magie,de son parfum La foule qui se lève à chanter Vive le quatorze juillet Pa parappaparapapapaParis, Pa parappaparapapapaParis Pa parappaparapapapaParis, Pa parappaparapapapaParis, Paris et les ruelles Paris et ses galeries L’odeur de la seine Les histoires et sa magie Les tetes coupèes Pour avoir la libertè Et come ce grand jour rien ancore est changé Paris, Paris Paris, la paresseuse Paris la nuit est ancore plus jolie Paris, Paris Paris et ses amoureux Ca c’est le monde qui vit à Paris. La musique se lève dans toute la ville Le vin et la magie,de son parfum La foule qui se lève à chanter Vive le quatorze juillet Pa parappaparapapapaParis, Pa parappaparapapapaParis Pa parappaparapapapaParis, Pa parappaparapapapaParis, Pa parappaparapapapaParis, Pa parappaparapapapaParis Pa parappaparapapapaParis, Pa parappaparapapapaParis, RAGAMUFFIN : An message

mercoledì 19 settembre 2007

Lo sapete che il mare è fatto di cellophane? Ve lo insegna Stephane Miroux

Dopo la morte del padre in Messico, Stéphane, un giovane creativo che confonde realtà e sogno, torna a Parigi su richiesta della madre. Ad attenderlo ci sono un impiego da illustratore in una piccola impresa di calendari promozionali e una bella vicina di casa, Stéphanie, che cuce per hobby giocattoli di pezza. Invaghitosi della fanciulla, Stéphane la corteggia in sogno e da sveglio costruisce per lei pupazzi meccanici o improbabili macchine del tempo. Ma in amore, sogno e realtà non coincidono quasi mai. È ancora una volta il cervello il protagonista del cinema surreale di Michel Gondry. Il cervello che dimentica in Se mi lasci ti cancello, e quello che si abbandona al sonno nell'Arte del sogno. Viaggio nella memoria per Jim Carrey per rielaborare una relazione affettiva, e viaggio nel sogno per Gael García Bernal per vivere un sentimento amoroso non corrisposto nella veglia. Il motore del suo cinema è il cuore, la pulsione amorosa è invece il combustibile che produce confusione e confonde i piani, passato-presente, sogno-realtà, raddoppiando i livelli rappresentativi e quelli narrativi. Se il film precedente ipotizzava la cancellazione dei ricordi traducendo visivamente gli script creativi e spiazzanti di Kaufman, L'arte del sogno penetra l'immaginario onirico del protagonista, interpretando i sogni di Gondry, sceneggiatore di se stesso. Il regista firma e gira dunque il suo film più personale e delicato, esprimendo tutto lo stupore e lo splendore (eterno) della sua mente "immacolata". Sviluppando un'idea applicata sommariamente al video Everlong dei Foo Fighters, Gondry recupera l'elemento onirico lasciandolo libero di sconfinare nella realtà, interrotta da una scenografia artigianale e incantevole, erede dell'animazione praghese. Pupazzi meccanici, macchine del tempo che conducono a un passato lontano soltanto due secondi, trasmettitori del pensiero, sono stupefacenti marchingegni gondryani che interagiscono con gli attori creando l'illusione di un sogno di cellophane. L'inesperienza sentimentale del protagonista si materializza nel prezioso "dilettantismo" scenografico dentro al quale Gondry confronta i sessi, racconta l'amore inevaso, sostiene la bellezza di un'idea. Da sognare a occhi aperti. -->

Un film eccezionale...vedetelo e ne parliamo


Le conseguenze della solitudine
In un liceo dei sobborghi londinesi arriva una nuova professoressa di arte: si chiama Sheba, è giovane, e con il suo fascino attira l'attenzione sia dei colleghi che degli studenti. Anche Barbara, la matura insegnante di storia, sembra interessarsi a lei, e dopo aver stretto amicizia le due donne entrano in una intima confidenza. Sheba non sa, però, che questo le costerà caro: Barbara scoprirà la sua relazione con uno studente quindicenne, e, con un sottile ricatto, cercherà di allacciare con lei un legame torbido e ambiguo.
'Ti ho invitata a pranzo perché mi sembravi simpatica, volevo diventare tua amica…”
'Io volevo poco di più.”
In quel 'poco di più” si nasconde la miccia che porterà allo scoppio dello scandalo, e quindi alla distruzione della vita sociale e familiare di Sheba; ma anche, e forse soprattutto, qualcos'altro: il 'poco di più” cui fa riferimento il personaggio di Barbara, infatti, rappresenta la soluzione definitiva a una vita di solitudine, in cui il contatto fisico è sconosciuto, le parole di conforto sono rare e 'si programma un intero week-end su quell'unica uscita alla lavanderia”. Non c'è spazio per la dolcezza né per i sentimentalismi in un'esistenza così arida, e il diario che Barbara compila costantemente ogni giorno riflette una simile visione della realtà. Niente moralismi, insomma: la prospettiva è quella cinica e disincantata della donna matura che cela il proprio lesbismo, e qui risiede l'idea vincente del film (a cui si perdona un poco di frettolosità nella parte centrale della sceneggiatura). E' lei, la persecutrice, non la vittima, la vera protagonista di questo secco e incalzante melodramma che cavalca i suoi momenti cardine (quelli di svolta, essenziali all'intreccio) sulle note suggestive di
Philip Glass, e in cui non ci sono vinti né vincitori, ma soltanto persone comuni chiuse nelle proprie ossessioni, e nella frustrazione dei desideri insoddisfatti.
Richard Eyre, da par suo, dirige con mestiere questa storia di pulsioni represse (e tempestivamente punite quando trovano sfogo), supportato da una coppia di attrici formidabili: Judi Dench è monumentale, Cate Blanchett le tiene testa. Da un romanzo di Zoe Heller.

Cos'è l'amore?? l'ho chiesto a molti...Mi è stato detto che l'amore è il sentimento + forte del mondo, il sentimento che lo fa muovere, che lo fa girare...Mi è stato detto che l'amore è un qualcosa di appiccicoso, qualcosa che attacca due persone, e può essere un bene nel senso che quei 2 resteranno sempre insieme, così come può essere un male perchè nello stare sempre attaccati uno dei due, prima o poi, potrà anche scocciarsi e cercare un solvente per scappare via lontano...Mi è stato detto che l'amore è la cosa peggiore che ad un ragazzo possa capitare... Mi è stato detto che l'amore è una brutta bestia... una medaglia con due volti... Mi sono state dette un sacco di altre cose... così tante che ora non le posso ricordare tutte... così tante che non entrerebbero mai in questo piccolo blog. Chi seguire? A chi credere? Su quale teoria appoggiarsi? Tutte? Nessuna?

Io credo che ognuno debba farsi una propria idea dell'amore... Credo che ognuno debba provarlo sulla sua pelle per poter dire cos'è... Credo che ognuno debba soffrire per amore... Credo che ognuno, dopo aver sofferto, debba guardare le proprie ferite ed insegnarle a qualcun altro...
Amore è: Quando ti svegli la mattina con pensiero fisso... Quando guardi quella sveglia e ti torna in mente quella persona... Quando indossi quel braccialetto e quella collana che ti ricordano sempre la stessa persona... Quando ti metti l'orologio e vedi che non rispecchia la tua immagine ma quella di una certa persona... Quando ti metti le scarpe e pensi a quella persona... Quando esci di casa e conti i minuti che mancano per incontrare quella persona... Quando ogni canzone che ascolti è in qualche modo collegata a quella persona...Quando mangi, giochi, viaggi, corri, siedi, parli, litighi, dormi, sogni, hai sempre la stessa persona davanti agli occhi... Quando non fai altro che pensare a quella persona... Quando le parole "quella persona" ti rimbombano talmente tanto nella testa da non riuscire a pensare ad altro...
Ma non è tutto qui...
Amore è: Quando ti svegli la mattina lacrimante con un pensiero fisso... Quando guardi triste quella maledetta sveglia in cui i minuti scorrono sempre più lenti, come se volesse fartelo apposta... Quando lanci quel braccialetto e quella collana che ti ricordano sempre la stessa persona... Quando ti metti l'orologio e vedi che rispecchia la tua stessa faccia che ti deride sghignazzando e prendendoti in giro... Quando ti metti le scarpe e ti stanno sempre + strette... Quando esci di casa e conti i minuti che mancano per tornare a letto e non pensare + a quella persona... Quando ogni canzone che ascolti è in qualche modo collegata a quella persona e l'unica cosa che vorresti fare è piangere fino a finire ogni goccia d'acqua e sale che hai in corpo... Quando non mangi, non giochi, non viaggi, non corri, non siedi, non parli, non litighi, non dormi, non sogni, perchè hai sempre la stessa persona davanti agli occhi e ti passa la voglia di far tutto... Quando non fai altro che pensare a quella persona piangendoti addosso... Quando le parole "quella persona" ti rimbombano talmente tanto nella testa da iniziare ad odiarle e allo stesso tempo a temere che smettano di rimbombare per timore di perderle per sempre...
TUTTO QUESTO E' AMORE...
L'amore vero...
Non c'è rosa senza spine...
Proprio per questo il simbolo dell'amore per antonomasia è la rosa... Per poter dire "ho amato" bisogna prima aver detto "ho sofferto"... non si scappa a questo... è una regola di vita... Non c'è rosa senza spine... non c'è spina senza sangue... non c'è sangue senza dolore... non c'è dolore senza sofferenza... non c'è amore senza spine, sangue, dolore e sofferenza...
Ma allora perchè? Perchè tutti vogliono amare? Perché io voglio amare? Perchè ogni essere vivente non ha altro scopo se non quello di trovare l'altra metà della mela? Perchè tutti vogliono arrampicarsi su una rosa?
La risposta è che una volta essersi arrampicati su per la rosa, una volta aver perso tutto quel tempo per risalire tutto il gambo, una volta essersi feriti lievemente o in profondità durante la scalata per le sue migliaia di spine... si riesce ad arrivare in cima... si riesce a raggiungere i petali chiusi... e una volta lì te ne freghi delle ferite, te ne freghi del dolore e della sofferenza che hai passato, te ne freghi di quello che senti... l'unico tuo pensiero è quello di usare tutte le tue ultime forze rimaste per aprire quei petali... ti sforzi... usi tutte le tue energie... non t'importa di soffrire... non t'importa della sofferenza... non t'importa di morire... Perchè sai... lo sai che una volta aperto quel fiore... una volta riuscito ad aprire e spiegare ogni petalo... potrai posarti al suo centro e distenderti su di esso... potrai riposarti e recuperare le forze... potrai accarezzare quei lisci e caldi petali rossi... potrai respirare solo ed unicamente il suo profumo... potrai rimanere lì immobile fino a quando non si sarà richiuso con te dentro... fino a quando non diventerai tu stesso parte della rosa... Solo allora si raggiunge la felicità... solo allora si raggiunge l'amore. Ma nella vita si sa che non può essere tutto semplice... Nella realtà si sa che non tutto va sempre bene... Odio la realtà... Una spina potrebbe essere troppo grossa da superare... Una ferita potrebbe essere troppo profonda per farti continuare... Un colpo di vento potrebbe farti cadere proprio quando sei quasi in cima... I petali potrebbero rifiutare di aprirsi... La rosa potrebbe appassire... E allora ti ritroveresti solo... sempre + solo... vicino ad una rosa morente... senza più calore... senza nessun altro posto dove andare... senza riuscire a pensare di poter scalare un'altra rosa, perchè sarebbe troppo doloroso... E allora stai lì... aspetti che piova... aspetti che arrivi la primavera... aspetti un miracolo... aspetti una qualsiasi cosa possa ridar vita a quella rosa... pur sapendo che magari non sarà mai bella e rigogliosa come prima... ma sarà pur sempre la tua ROSA.

martedì 18 settembre 2007

Concorso Bacardi Mojito


Oggetto: un ultimo sforzo per la fase finale www.bacardimojito.it autore steveneo video estate è sentimento

Ciao,
ti chiedo 2 minuti del tuo tempo per votare il video che ho realizzato per il rum bacardi (mojito).
E' iniziata la fase finale e se hai già votato in quella ad eliminazione, basta inserire user e passworld e votare "estate è sentimento" autore "steveneo".
Altrimenti:
è necessario registrarsi al sito prima di votare.
Votando, partecipi all'estrazione dei premi.
Il video si intitola "l'estate è sentimento"
l'autore è steveneo.
E' il secondo nella pagina.
Il link è qui sotto:

http://www.bacardimojito.it

Ti ringrazio fin d'ora tantissimo per la pazienza!

Un saluto
Gretasf

Ps: tutti coloro che votano mi mandino una mail con il numero di voto/visualizzazione perchè ho intenzione di realizzare una serata danzante a tema per festeggiare insieme (data da destinarsi) e comunque non legata all'esito del concorso.